Maurizio Lupinelli

Appassionatamente

di Maurizio Lupinelli, Eugenio Sideri
con Michele Bandini, Maurizio Lupinelli, Elisa Pol, Federica Rinaldi, Linda di Maurizio, Cesare Tedesco
regia Maurizio Lupinelli

Il mondo che emerge dai testi di Werner Schwab è stata la nostra partenza, il fulcro su cui abbiamo rivolto l’attenzione. Non quindi un lavoro di messa in scena dei testi, né una loro riscrittura, ma la conservazione degli argomenti, dei temi che hanno trovato nel nostro lavoro personali sviluppi.
La distruzione sociale operata da Schwab si é affiancata alla nostra visionarietà, incrociando mondi e incubi, per arrivare a raccontare la malattia del presente. Un percorso che si sviluppa a partire dalla considerazione che la violenza in Schwab non sta tanto nelle parole, o almeno non nella forma dei suoi testi, ma all’origine di quelle parole. E’ stato quindi necessario viaggiare dietro quelle battute, dietro quei racconti, per arrivare al nucleo originario, all’espressione prima che ha dato forma alle cose. Come sfondo della nostra lunga riflessione i testi Le presidentesse, Sovrappeso e Sterminio.
Il lavoro si é sviluppato quindi, intorno alla natura psichica del mondo che volevamo mettere in scena. Le parole, le azioni, le immagini che abbiamo creato sono nate in maniera necessaria. Il dettaglio è diventato espressione di verità. Le parole arrivano alle radici. Il silenzio stesso è parola. In scena l’immobilità diventa azione e il corpo è sempre in movimento organico e necessario.
La consapevolezza emersa dalla scena esigeva un linguaggio di verità nuda e cruda, una drammaturgia scarna, senza orpelli per far riaffiorare la ferocia asciutta del banale, della solitudine del quotidiano. I personaggi si sono specchiati nei loro doppi scivolando sempre più a fondo nella visione fino a trasformare il lavoro in un affresco lucido di umanità stonate e toccanti e di personaggi come usciti  da un cartoon ebbro.
Senza cadere nella retorica e nella rappresentazione, ma attingendo dalla vita vera, Appassionatamente è la messa in vita di un microcosmo di fiabe andate a male, di paesaggi psichici abitati dalla crudeltà, da quella stessa crudeltà che sta all’origine dell’universo schwabiano (oppure delle cose).